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Valle Martella: una squadra sempre pronta ad essere “corsara” in ogni campo, che però deve arrendersi allo stop e rimanere “ferma al porto”.
Settimane di vuoto totale. Un vuoto anomalo per chi è abituato a vivere lo spogliatoio, gli allenamenti e le partite domenicali come se da quelle dipendessero la vita e la morte. Una vita calcistica sempre con il coltello in bocca, sempre pronti ad essere corsari in ogni campo del Lazio. Quella del Valle Martella non è solo una squadra di calcio ma una vera e propria “famiglia”. Abbiamo contattato il DS Marco Raponi per sapere come stanno vivendo i gialloblù questi momenti senza calcio e in quale condizioni potrebbero tornare i giocatori una volta avuto il via libera per la ripresa degli allenamenti. Queste sono le sue parole in esclusiva per noi di Gol in Rete.
Cosa ne pensa di tutta questa situazione?
“Difficile da spiegare perché da una parte c’è il buon senso, la tutela di tutti i nostri ragazzi e la consapevolezza che andare avanti in quelle condizioni era impossibile, dall’ altra la certezza che forse si poteva gestire in modo differente per non arrivare a tutto ciò. A mio avviso ci sono molte contraddizioni sull’operato e la scelta fatta dai “piani alti” ma purtroppo noi siamo semplicemente dei soldati e non dei Generali.”
Quanto vi manca il campo e l’adrenalina della partita?
“Principalmente ci manca stare insieme e vivere il nostro mondo a colori gialloblù. Manca la condivisione di tante piccole cose che solo quando te le tolgono di nuovo le apprezzi e faresti il patto col diavolo per riaverle. Di pari passo ovviamente mancano gli allenamenti al campo ed il lavoro che ti porta ad affrontare la domenica con quel sano veleno agonistico che contraddistingue il calcio dilettantistico.”
In che stato fisico e mentale secondo lei riprenderanno le attività?
“Per quanto riguarda lo stato fisico ci sarà da lavorare e fare attenzione. Spero vivamente che prima di riprendere i campionati ci sarà davvero quel lasso di tempo utile per poter riassestarsi fisicamente e rientrare a regime. Per quello mentale non sarà semplice ma forse la voglia di tornare a fare quello amiamo sarà più forte di uno stop forzato. Riguardo noi, non ci siamo mai fermati, seppur in modo diverso abbiamo trovato il modo per allenarci sfruttando le tecnologie del 2020 che ci hanno dato la possibilità di muoverci e stare insieme, non tagliando mai quel filo che ci accomuna nonostante i blocchi e i coprifuoco. Sono ragazzi da encomio e votati al lavoro, mentalmente sanno quello che devono fare, torneranno più avvelenati di prima.”
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